In arrivo lo studio di settore per i veterinari

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La commissione di esperti, il 7 febbraio scorso, ha dato parere favorevole al debutto di 14 nuovi studi di settore che interessano complessivamente 52 attività e circa 330mila soggetti economici, per la maggior parte appartenenti ai servizi ed al settore manifatturiero. Quanto ai professionisti, sono stati coinvolti per la prima volta studi …

La commissione di esperti, il 7 febbraio scorso, ha dato parere favorevole al debutto di 14 nuovi studi di settore che interessano complessivamente 52 attività e circa 330mila soggetti economici, per la maggior parte appartenenti ai servizi ed al settore manifatturiero. Quanto ai professionisti, sono stati coinvolti per la prima volta studi medici generici, chirurghi, radiologi e veterinari. Per i professionisti gli studi appena approvati sono in fase sperimentale: non potranno dunque essere utilizzati per gli accertamenti, ma solo come sostegno all’attività di verifica, fino alla loro definitiva approvazione. Per i professionisti, il vantaggio di adeguarsi spontaneamente fin da subito ai ricavi considerati congrui dai nuovi studi, è quello di evitare che, una volta approvati definitivamente gli studi, il Fisco possa attribuire agli interessati, per tutti i periodi oggetto di sperimentazione, i ricavi, scaturenti dagli studi definitivi, eventualmente maggiori rispetto a quelli sperimentali. Resta sempre misterioso, per i Veterinari italiani, come e da chi sia stata realizzata la collaborazione in ambito veterinario, comunque in sede FNOVI. Speriamo che abbiano fatto meglio che in passato, ma la nostra rimane una speranza, allo stato attuale.. La Legge Finanziaria per il 2002 prevede la possibilità di aumentare per gli anni 2001 e 2001, senza sanzioni e interessi, i ricavi annotati in contabilità, al fine di adeguarli ai maggiori ricavi risultanti dagli studi. La cancellazione di sanzioni e interessi vale anche ai fini Iva. Chi si adegua dovrà indicare in dichiarazione dei redditi, ma non nella dichiarazione Iva, i maggiori ricavi o corrispettivi, e dovrà in ogni caso versare la maggiore imposta Iva, entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi. L’Agenzia delle Entrate, prima di effettuare un accertamento basato sugli studi di settore, inviterà il contribuente ad un preventivo contraddittorio, rendendo noto nell’invito le informazioni rilevanti per l’accertamento. Così l’interessato potrà difendersi, sostenendo, eventualmente, le motivazioni per le quali i suoi ricavi sono più bassi di quelli scaturenti dall’applicazione degli studi. Riportiamo lo studio di settore in preparazione: DESCRIZIONE ECONOMICA Inquadramento generale L’analisi, che ha riguardato circa 5.500 soggetti, ha portato all’individuazione di 6 gruppi omogenei, differenziati in funzione di due elementi principali: la presenza di unità immobiliari destinate all’esercizio dell’attività professionale, che ha consentito di individuare coloro che operano servendosi di una struttura ben definita, nella maggior parte dei casi l’ambulatorio, attrezzato con beni strumentali anche complessi per l’esecuzione di interventi chirurgici. Si tratta dei cluster 2, 3 e 6 differenziati fra loro in funzione delle dimensioni e della consistenza della dotazione strumentale; la modalità di espletamento dell’attività, che ha distinto, fra coloro che operano in assenza di mq destinati all’attività, un gruppo omogeneo di consulenti (cluster 5), uno di specializzati nella zootecnia (cluster 4) e uno di specializzati in cavalli da equitazione (cluster 1). L’analisi ha riguardato in modo prevalente liberi professionisti che svolgono direttamente l’attività e solo in pochissimi casi si avvalgono di personale. La clientela, formata per la maggior parte da privati, è, in genere, di provenienza comunale e provinciale con un allargamento all’ambito regionale e, in qualche caso nazionale, per i cluster 1 e 5. Salvo quanto espressamente specificato, tutti i valori evidenziati sono riferiti ai valori medi del cluster di riferimento. Cluster 1 – Professionisti che operano nell’ambito dei cavalli da equitazione Numerosità: 219 I professionisti appartenenti a questo cluster si caratterizzano per la netta specializzazione nell’area di intervento “Cavalli da equitazione” (77% dei compensi). L’attività viene svolta direttamente in loco e, infatti, le visite domiciliari o presso allevamenti costituiscono la parte più significativa dei compensi (64%); ne discende che questi professionisti non dispongono di unità immobiliari destinate all’esercizio dell’attività se non, in pochi casi, di uno studio veterinario di piccole dimensioni (24 mq). La clientela è formata da scuderie e maneggi (35% dei compensi) e da privati (31% dei compensi) localizzati, spesso, anche fuori provincia; questo gruppo ha, infatti, il più ampio bacino d’utenza che, con il 42% dei compensi, arriva ad avere anche un’influenza pluriregionale. Coerentemente con l’attività svolta, i beni strumentali di cui dispongono questi professionisti sono un ecografo (45% dei professionisti), un apparecchio per i raggi X (36% dei casi) e un endoscopio (25% dei professionisti). Le spese per assicurazioni professionali (dichiarate dal 37% dei professionisti) e quelle per l’acquisto di materiale sanitario sono sopra la media e ammontano rispettivamente a 634.000 e 4.355.000 lire circa; invece quelle per aggiornamento professionale, dichiarate dal 41% dei professionisti, risultano contenute e si attestano a 489.000 lire. Cluster 2 Ambulatori di piccole dimensioni Numerosità: 1.789 Caratteristica principale dei soggetti che appartengono a questo gruppo è lo svolgimento dell’attività in una struttura ambulatoriale, seppure di piccole dimensioni (indicata dal 50% dei soggetti, con una superficie media di 44 mq). L’attività svolta consiste per lo più in visite ambulatoriali (60% dei compensi), circa 202 all’anno, ed in visite a domicilio (20% dei compensi). Queste strutture non sono dotate, in genere, di beni strumentali specifici per interventi chirurgici complessi, ma dispongono solo di ciò che è necessario per effettuare piccole operazioni ambulatoriali che non richiedono il ricovero dell’animale per più di poche ore. L’area d’intervento principale è quella degli animali da compagnia (86% dei compensi) e la tipologia di clientela prevalente è quella dei privati (86% dei compensi); il bacino d’utenza è prevalentemente comunale (68% dei compensi) ma è discreta anche l’influenza territoriale della provincia (26%). Le spese sono molto contenute, sia quelle per assicurazione professionale (indicate dal 25% dei soggetti, con un valore medio pari a 420.000 lire) sia quelle per l’acquisto di materiale sanitario (2.018.000 lire) e per l’aggiornamento professionale (indicate dal 29% dei soggetti, con un valore medio pari a 490.000 lire). Cluster 3 Ambulatorio di medie dimensioni Numerosità: 1.224 Come nel cluster precedente, anche i soggetti che appartengono a questo gruppo svolgono la loro attività utilizzando una struttura ambulatoriale ma di maggiori dimensioni che risultano, con 51 mq, intermedie tra il cluster 2 e il cluster 6. L’attività svolta consiste per lo più in visite ambulatoriali, circa 484 all’anno, per il 66% dei compensi ed è rilevante anche la percentuale di compensi che deriva dagli interventi chirurgici (14%). Queste strutture hanno una discreta dotazione di beni strumentali che comprende il tavolo operatorio, la lampada scialitica, il carrello servitore, la sterilizzatrice, la centrifuga, l’apparecchio per ematologia, il microscopio, l’apparecchio per i raggi X, quello per anestesia, l’oto e oftalmoscopio, l’elettrobisturi, l’aspiratore e i ferri chirurgici. L’area d’intervento principale è quella degli animali da compagnia (95% dei compensi) e la tipologia di clientela prevalente è quella dei privati (93% dei compensi); il bacino d’utenza è prevalentemente comunale (71% dei compensi). Le spese, poco sopra la media, sono così ripartite: assicurazione professionale (indicate dal 45% dei soggetti, con un valore medio pari a 500.000 lire), acquisto di materiale sanitario 6.600.000 lire e aggiornamento professionale (indicate dal 44% dei soggetti, con un valore medio pari a 650.000 lire). Cluster 4 – Professionisti che operano nell’ambito della zootecnia Numerosità: 1.053 I professionisti appartenenti a questo cluster si caratterizzano per la netta specializzazione nell’area di intervento “Zootecnia (allevamenti e grandi animali in genere)”, dalla quale derivano il 93% dei compensi totali. Come per il gruppo 1, l’attività viene svolta direttamente in loco, tanto che le visite domiciliari o presso allevamenti costituiscono la parte principale dei compensi (48%); rispetto a tutti gli altri cluster sono molto rilevanti anche i compensi percepiti per prestazioni di inseminazione artificiale (32%) e quelli per assistenza al parto/ostetricia (15%). Questi professionisti non dispongono di unità immobiliari destinate all’esercizio dell’attività se non nei pochissimi casi (17%) di utilizzo di uno studio veterinario di piccole dimensioni (23 mq). La clientela è formata in prevalenza da aziende agricole e allevamenti (77% dei compensi) localizzati per lo più in ambito provinciale (88% dei compensi). I beni strumentali di cui dispongono i soggetti appartenenti al cluster sono i ferri chirurgici per piccoli interventi (60% dei professionisti), un oto e oftalmoscopio (25% dei professionisti), e un microscopio (19% dei professionisti). Le spese per assicurazioni professionali, indicate dal 20% dei soggetti, ammontano a 660.000 lire, quelle per l’acquisto di materiale sanitario a 3.200.000 lire e quelle per aggiornamento professionale, indicate dal 23% dei soggetti, ammontano a 790.000 lire. Cluster 5 – Professionisti che svolgono attività di consulenza Numerosità: 905 Questo cluster risulta caratterizzato dalla presenza di professionisti che effettuano prevalentemente attività di consulenza. Se si considerano le modalità di espletamento dell’attività, infatti, si può osservare che il 70% dei compensi deriva da consulenze, perizie e collaborazioni e il restante 30% è articolato fra tutte le altre attività. Le principali aree d’intervento sono la zootecnia (indicata dal 52% dei soggetti, per compensi medi pari all’83% dei compensi totali), quella relativa agli animali da compagnia (indicata dal 54% dei soggetti, per compensi medi pari al 70% dei compensi totali) e, inoltre, da altre aree (indicate dal 22% dei soggetti, con un’incidenza del 71% sui compensi), alle quali si possono ragionevolmente ricondurre, ad esempio, le aziende che producono mangimi per animali. Coerente con il tipo di attività svolta risulta la tipologia di clientela: strutture sanitarie private (indicate dal 22% dei soggetti, con un’incidenza del 71% sui compensi), strutture sanitarie pubbliche (indicate dal 24% dei soggetti, con un’incidenza del 74% sui compensi), aziende produttrici di mangimi (indicate dal 17% dei soggetti, con un’incidenza del 68% sui compensi), aziende agricole e allevamenti (indicate dal 31% dei soggetti, con un’incidenza del 38% sui compensi); la restante parte è suddivisa fra privati e altre tipologie. L’area d’intervento è, come nel cluster 1, allargata all’ambito regionale e pluriregionale che complessivamente contribuiscono alla realizzazione dei compensi per circa il 28%. Per lo svolgimento del proprio lavoro i professionisti appartenenti al cluster non si avvalgono di una struttura definita, se non nei pochi casi (17%) di studi veterinari di dimensioni limitate (25 mq). Anche la dotazione di beni strumentali non è rilevante: in pochissimi casi sono presenti i ferri chirurgici, il microscopio o l’oto e oftalmoscopio. Le spese per assicurazioni professionali (dichiarate solo dal 19% dei professionisti) e quelle per l’acquisto di materiale sanitario (dichiarate dal 37% dei soggetti) sono al di sotto della media e ammontano rispettivamente a 440.000 e 2.000.000 lire circa; quelle per aggiornamento professionale, invece (dichiarate dal 36% dei professionisti) risultano sopra la media e pari a 900.000 lire circa. Cluster 6 Ambulatori di grandi dimensioni Numerosità: 286 Appartengono al cluster in esame i soggetti che svolgono la loro attività utilizzando una struttura di grandi dimensioni; si tratta nella maggior parte dei casi (78%) di ambulatori (mediamente di 95 mq) e, per una piccola percentuale (14%), di cliniche veterinarie (140 mq). Queste strutture hanno una dotazione di beni strumentali molto ampia, soprattutto di quelli specifici per gli interventi chirurgici; sono presenti il tavolo operatorio, la lampada scialitica, il carrello servitore, la sterilizzatrice, la centrifuga, l’apparecchio per ematologia, il microscopio, l’apparecchio per i raggi X, quello per anestesia, l’oto e oftalmoscopio, l’elettrobisturi, l’aspiratore, l’autoclave e naturalmente i ferri chirurgici, per un valore complessivo di circa 68 milioni. I professionisti che operano con questa modalità collaborano nel 49% dei casi con due soci o associati, generalmente veterinari anch’essi, e solo raramente con personale dipendente. L’attività svolta consiste per lo più in visite ambulatoriali (53% dei compensi, circa 660 all’anno), ma è molto consistente rispetto a tutti gli altri cluster la percentuale di compensi che deriva dagli interventi chirurgici (20%) e dagli esami diagnostici (14%). L’area d’intervento principale è, come per i cluster 2 e 3, quella degli animali da compagnia (94% sui compensi) e la tipologia di clientela prevalente è quella dei privati (93% sui compensi). Le spese per assicurazioni professionali, per l’acquisto di materiale sanitario e per l’aggiornamento professionale sono tutte al di sopra della media generale e ammontano rispettivamente 504.000, 17.693.000 e 712.000 lire.

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