EMERGENZE SANITARIE VETERINARIE E NUOVI SCANDALI

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(AGENPARL) – Roma, 14 lug – Le notizie di inchieste sulla gestione delle emergenze sanitarie sono, purtroppo, assai frequenti nel nostro Paese.
Si tratta di situazioni che impattano violentemente con l’immagine di chi vorrebbe cadidarsi a rappresentare il mondo
proprio nel settore dell’alimentazione (con EXPO 1015), e ne penalizza la credibilità a diversi livelli.  A volte verrebbe persino da pensare che certe situazioni,
veri e propri “pozzi senza fondo”  per tutti i soggetti coinvolti, restino emergenze per non far venir meno interessi che potremmo considerare ormai  “consolidati”.
Non è possibile avere malattie infettive contagiose in fase di risanamento da quarant’anni, come non è possibile ignorare aspetti gestionali e rischi sanitari di selvatici e randagi, fino a quando non emergono situazioni intollerabili o di emergenza nelle cronache. Il danno economico ed il rischio sanitario investono tutta la società.
Le proposte del Sindacato dei Veterinari liberi professionisti sono concrete e costruttive.
Separare nettamente controllori da controllati, pubblico da privato, ed evitare che gli interessi degli allevatori possano condizionare il comportamento dei liberi professionisti.
Chiediamo da tempo che il pubblico esca dal settore degli animali da compagnia per concentrare le risorse nei controlli delle filiere agro-zootecniche, come avviene in tutti gli altri Paesi.
Siamo contrari alla dispersione di risorse (drenate dalle tasche dei cittadini), in ambiti non fondamentali per l’interesse pubblico e affrontabili con la responsabilizzazione dei proprietari.
Proponiamo di affrontare con serietà la gestione faunistica e delle specie pericolose, spesso anello di collegamento tra malattie domestiche e ambiente selvatico.
La politica non si nasconda dietro alle convenienze mediatiche, spesso sostenute da associazioni e soggetti con interessi concreti, per nulla trasparenti, e molto distanti dagli ideali declamati.
Nelle regioni dove il contesto sociale rende difficili interventi risolutivi, si dovrebbero prevedere spostamenti da aree diverse. I liberi professionisti possono dare un contributo fondamentale per la parte operativa, ma non sostituirsi ai controllori. Il loro coinvolgimento, temporaneo- come temporanea dovrebbe essere l’emergenza- presuppone un trattamento economico che controbilanci la precarietà dell’impiego.
Lo dichiara in una nota  Angelo Troi (SIVeLP)

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