Revisione dell’attività dei vertici FNOVI, con particolare riferimento alla REV per gli animali da compagnia.

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OGGETTO: Revisione dell’attività dei vertici FNOVI, con particolare riferimento alla REV per gli animali da compagnia.

E così anche la ricetta elettonica per gli animali da compagnia è diventata realtà. Secondo alcuni, finalmente realtà.
Tra questi si sono distinti i vertici della FNOVI, con il Presidente in prima fila. Controllo della filiera del farmaco, lotta all’antimicrobico resistenza: le motivazioni sventolate per un provvedimento che allunga le tempistiche di emissione della ricetta, sperando sempre che tutti gli aspetti tecnologici ad essa connessi non si inceppino e, soprattutto, tolgono al veterinario uno degli aspetti peculiari della sua professione, la libertà di prescrizione in scienza e coscienza, dovendo attenersi rigidamente a quanto indicato dai produttori nei loro foglietti illustrativi. Per non parlare poi di tutti quei colleghi che si occupano anche di medicine non convenzionali ed integrate, per i quali risulterà impossibile prescrivere in rev oli essenziali, fitopreparati, omeopatici particolari, essenze floreali e via discorrendo.

Ma appare chiaro che le giustificazioni addotte per un provvedimento francamente penalizzante nei confronti dell’attività quotidiana di chi si occupa della clinica degli animali da compagnia non hanno fondamento.
Non sarà certo la dematerializzazione della ricetta a garantire che non vengano compiuti abusi nella vendita e distribuzione del farmaco: gli organi di controllo restano uguali. E come non sono riusciti a vigilare sull’esito di decine di migliaia di ricette cartacee, similmente non potranno farlo con decine di migliaia di file. 
Si raggiunge poi la farsa nel momento in cui si pensa che il fenomeno della resistenza agli antibiotici possa essere combattuto con la REV. Chi rappresenta la professione veterinaria, se avesse avuto davvero a cuore questo problema, avrebbe dovuto prendere altre iniziative, soprattutto in ambito istituzionale. 
Perché in sede di AIC il Ministero non mette alcun paletto per quanto riguarda l’utilizzo e la vendita di questi farmaci. Permette che sul mercato ci siano confezioni che consentono che quantità residue di farmaco possano restare in mano al proprietario, che potrà utilizzarlo a suo piacimento in 
barba a qualsiasi logica. Non fa alcuno studio sulla compliance delle preparazioni dei suddetti farmaci e delle relative conseguenze in merito all’uso scorretto da parte del proprietario. Consente la libera vendita di prodotti contenenti antimicrobici critici…salvo poi minacciare fulmini e saette 
su chi non si attiene a indicazioni scritte su foglietti illustrativi compilati magari diversi anni fa.
La REV non dà alcuna garanzia sull’uso razionale degli antimicrobici e non mette nessun vincolo all’utilizzo dei CIA. Il Presidente della FNOVI che ha tacciato di antiscientificità i colleghi che si sono opposti all’uso della REV nel convegno per i 60 anni dell’ENPAV è in grado di rispondere a chi chiede come mai solo in Italia, e in nessun altro Paese dell’Unione Europea, si è portata avanti una simile procedura? E come mai per combattere l’antibioticoresistenza si è pensato di inserire nell’obbligo di ricettazione elettronica qualsiasi tipo di farmaco?
Sarebbe stato corretto che la FNOVI e i suoi vertici, nell’ottica di salvaguardare la salute pubblica e il ruolo del veterinario, avesse portato avanti queste ed altre considerazioni: si sono mai chiesti, ad esempio, cosa comporta per molte strutture l’obbligo di eliminare i flaconi multidose dopo 
28 giorni, e i relativi riflessi economici ed ambientali di questo spreco? Hanno mai fatto un minimo intervento verso le case farmaceutiche per creare confezioni che permettano di sprecare e immettere nell’ambiente meno farmaci? 
La risposta a queste domande è stato creare un sistema che, come ho detto prima, oltre ad essere del tutto inutile penalizza l’attività dei professionisti. E questa assurda battaglia dei vertici FNOVI si aggiunge all’assordante silenzio nei confronti di tutte quelle piccole e grandi vessazioni che negli ultimi anni sono andate ad appesantire il lavoro quotidiano dei veterinari per animali da compagnia, e non solo (due su tutte: spesometro e trasmissione dati al sistema Tessera Sanitaria).
Per questo è necessario pretendere che chi è alla guida della veterinaria italiana si renda conto che è necessario un deciso cambio di rotta, nei confronti della tutela degli iscritti. In caso contrario, sarebbe bene che chi non è adeguato al compito si faccia da parte.

Dr. Carmelo Intersimone

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