What’s VETERINARIO? Stati Generali della Salute.

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Quello che ci lascia stupefatti è la percezione distorta dell’opinione pubblica  del veterinario.

Percezione, beninteso, che abbiamo grandemente contribuito noi a creare. Perchè inseguendo i luoghi comuni, il buonismo e la popolarità, pensavamo di garantirci visibilità ed in ultima analisi, lavoro. Invece dal breve filmato (clicca qui) di una sessione degli Stati Generali della Veterinaria (ROMA 8-9 apr. 14), appare chiaramente che nemmeno si immagina che il veterinario controlli allevamenti e produzioni, e contribuisca alla prevenzione. Eppure abbiamo in media 5 volte più veterinari pubblici per abitante della maggior parte dei Paesi OCSE; oltre un quarto del totale dei veterinari italiani dipendono dal sistema sanitario. Molti colleghi liberi professionisti sono -di fatto- veterinari di processo nella filiera dell’agro-alimentare, ma questo non appare.  Il veterinario è il medico degli animali da compagnia, anche in un convegno organizzato dal Ministero della Salute. Qui sta l’essenza del nostro fallimento mediatico. Ancor più distante dalla percezione delll’opinione pubblica è che la professione veterinaria abbia difficoltà di reddito ed occupazionali. Si è creato un mantra delle cure costose e si propone la veterinaria gratis. Ancora noi abbiamo dato fiato alle trombe dei diritti degli animali, senza un minimo di approccio critico (non si parla di animali nella Costituzione ed autorevoli esperti di giurisprudenza preferiscono definire “esigenze”, quelle degli animali, in quanto i diritti spettano a chi può avere contemporaneamente anche dei doveri). E non solo, sottoscriviamo ad occhi chiusi che il veterinario deve “amare” gli animali, quasi che ai pediatri si richiedesse il medesimo requisito per i bambini o al geriatra, per gli anziani. L’amore non ha prezzo e quindi, giustamente, il nostro cliente ci chiede abnegazione, disponibilità incondizionata, e possibilmente gratuità. Bene ha fatto il Presidente Fnovi, dr. Gaetano Penocchio, a sottolineare l’insostenibilità del finanziamento pubblico negli animali da compagnia. Tuttavia il sollecito lanciato ai relatori proprio da SIVeLP -presente all’auditorium– sulla defiscalizzazione delle spese veterinarie, era anche una provocazione “sindacale”. Voleva dire defiscalizzare una libera professione oberata dai balzelli e quindi lasciare qualcosa di più in tasca al libero professionista, ovviamente con beneficio anche del cliente. Richiesta pienamente legittima da parte di un’organizzazione di categoria (altri proclamano scioperi), come è legittimo da parte nostra pretendere un decoroso trattamento economico, concorrenza leale, fine di fenomeni che giustificano fiumi di danaro pubblico sperperato inutilmente nella lotta al randagismo ed un serio intervento sull’irresponsabilità di molti proprietari di animali nel lasciar riprodurre i loro pets. Non è una vergogna affermare che l’animale da compagnia non è obbligatorio per nessuno, oppure ammettere che l’eventuale imposizione della sterilizzazione (unico provvedimento che blocchi alla fonte il proliferare di randagi) non ci trova contrari. Tutti i giorni, come tutti gli altri cittadini, siamo costretti ad adempimenti onerosi e chi ne beneficia non ha mai sollevato obiezioni.

Chiediamo in primo luogo allo Stato un rapporto corretto, non persecutorio,  con il sistema produttivo, dove la prevenzione veterinaria è indispensabile. Poi una gestione sostenibile degli animali da compagnia, che non comporti oneri per la collettività ed eventualmente lasci spazio ad interventi mirati per situazioni di particolare disagio. Senza però pretendere da noi ulteriori sacrifici. Da parte nostra dobbiamo avere ben chiara una linea: chi invoca il veterinario gratis in nome dei diritti degli animali non ha in alcuna considerazione il nostro reddito. Tocca a noi sapere da che parte stare  e capire che posizione, del tutto legittimamente (come qualsiasi altra Categoria), difendere.

Angelo Troi – Segretario SIVeLP

 


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