Randagismo

COMUNICATO STAMPA
A tutti gli organi di stampa con preghiera di pubblicazione

Randagismo e Sterilizzazione: un’emergenza sociale

Il randagismo si profila come un serio problema in Italia, come lo dimostrano i recenti terribili fatti di cronaca.

Dai dati rilevati sul territorio nazionale e pubblicati dal Ministero della Salute risulta che in molte zone, soprattutto del Sud, questo fenomeno ha raggiunto livelli drammatici ed è spesso fuori controllo.

Lo Stato ha istituito, con la legge 14 agosto 1991 n. 281, un fondo per la tutela del benessere e per la lotta all’abbandono degli animali da compagnia che è ripartito dal Ministero annualmente tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.

 

Gli Enti, dal canto loro, sono tenuti a trasmettere ogni anno al Ministero i dati relativi al numero di ingressi di cani nei canili sanitari e al numero di gatti sterilizzati dal Servizio Sanitario Nazionale e ad adottare un programma di prevenzione che prevede anche interventi di informazione nelle scuole e corsi di formazione per chi opera nei servizi veterinari.

 

“Un cane morsicatore in libertà è un pericolo per tutti, anche per chi, sotto il nome dell’Animalismo più sfrenato, professa che gli animali vadano lasciati liberi” afferma il Dott. Angelo Troi, Segretario del SIVeLP, il Sindacato Veterinari Liberi Professionisti. “E il controllo è ancor è più difficile quando si riuniscono in branchi” continua. Come sottolineato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, il randagio rappresenta un potenziale rischio di aggressione per le persone, può diventare serbatoio e veicolo di malattie infettive, alcune delle quali trasmissibili all’uomo, non essendo sottoposti ad alcun controllo sanitario, può arrecare danni agli allevamenti di bestiame e agli animali selvatici ed essere causa di incidenti stradali, anche mortali. Infine può essere causa di degrado e inquinamento ambientale sia nel contesto urbano, sia nelle campagne, con conseguente polluzione di pest (ratti, topi), sinantropi e insetti che a loro volta costituiscono una possibile fonte di pericolo per l’uomo.

Inoltre, per un cane vivere anni in una gabbia non è una salvezza, ma una sofferenza” dice il Dott. Troi “e accumulare animali nei canili è una spesa non indifferente a carico della collettività, un palliativo che non elimina il problema, ma che mette solo a posto le coscienze. Purtroppo, il randagismo è un business nel Belpaese e i dati parlano chiaro: almeno 1000 euro annui per singolo cane di contributo pubblico, oltre alle donazioni private”.

Il SIVeLP sostiene che “servirebbero controlli più estesi, come un’unità cinofila per Regione, ovvero una moderna e più ortodossa evoluzione del concetto di accalappiacani, tanto avverso a chi sta a tutti i costi dalla parte degli animali”

Il Segretario del Sindacato Veterinari Liberi Professionisti insiste anche su un altro punto, ovvero la sterilizzazione. In merito a ciò esiste molta disinformazione, perché la sterilizzazione è mirata a impedire la proliferazione delle cucciolate indesiderate come atto di civiltà, e non come un rimedio immediato per bloccare il randagismo. “Nel nostro paese” ribadisce “è quasi un tabù, un atto considerato doloroso per l’animale, e invece non è così. Sarebbe auspicabile una campagna di sensibilizzazione per quello che alla fine può diventare un atto civile di convivenza reciproca”.

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