Randagi a Reggio Calabria: nota dell’Ordine.

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Di tanto in tanto appaiono notizie di stampa che vanno ad alimentare discussioni da bar, da circolo, da strada, da salotto, ecc.. E’ un fatto normale che contribuisce ad accrescere il dialogo in tempi in cui per varie ragioni tendiamo ad isolarci, è migliorativo in quanto le discussioni aprono le menti …

Di tanto in tanto appaiono notizie di stampa che vanno ad alimentare discussioni da bar, da circolo, da strada, da salotto, ecc.. E’ un fatto normale che contribuisce ad accrescere il dialogo in tempi in cui per varie ragioni tendiamo ad isolarci, è migliorativo in quanto le discussioni aprono le menti invitando le parti ad approfondire l’argomento, a crescere culturalmente. Fino a qui va bene, auguriamoci che la stampa possa esistere sempre in quanto è uno dei muri portanti della democrazia. Va meno bene quando si diffondono notizie parzialmente veritiere con il fine di vendere qualche periodico in più e discreditare una professione ed i professionisti che la esercitano. Vengo al dunque. Il Quotidiano della Calabria del 17 ottobre pubblica un articolo “ Un virus fa strage dei gatti: appello dei volontari” con notizie solo in parte corrispondenti alla realtà. Un episodio del genere danneggia non poco una struttura sanitaria e quanti onestamente e decorosamente vi lavorano; viene sbeffeggiata una clinica veterinaria vanto della realtà reggina e calabrese assurgendo l’esosità della parcella per un intervento sanitario non su quattro gatti, bensì su trenta. Intervento che ha coinvolto più professionisti e per diverse ore in giornata di riposo, intervento che ha alleviato sofferenze ad esseri senzienti. E’ pacifico che quanto sopra ha un costo, determinato da un’attività intellettuale, dalla gestione di una struttura realizzata esclusivamente con i frutti del sudore del medico veterinario che la dirige e gestisce, da anni di sacrifici e rinunce. Ci si sorprende quando il medico veterinario presenta la parcella, anche se congrua, come se per intercessione divina fosse il professionista della beneficenza e del volontariato; la sorpresa, però, è infinitamente minore e non fa notizia quando la stessa parcella è prodotta da altro professionista esercente un’attività intellettuale, medico, avvocato, ingegnere, ecc.. Sarebbe ora di smetterla ogni lavoratore lavora per vivere, per portare avanti dignitosamente la propria famiglia, per mostrare realizzati i sogni di chi ha investito sullo stesso; se vuole fare beneficenza deve essere una propria scelta non determinata dagli umori ridondanti dalle menti di individui ignoranti o da sciacalli sempre pronti a partecipare al necrofago banchetto. In chi scrive c’è tanta irritazione perché quello descritto non è un caso isolato, un professionista – a proprie spese – si ritrova a dover curare animali che vengono abbandonati nei pressi della struttura dove opera, a fornire continue consulenze a soggetti privati come ad Enti Pubblici ricevendo nella migliore delle ipotesi un “grazie di cuore”; si ritrova pure a pagare ENPAV, IVA, ICI, TARSU, Ordine, Assicurazione contro rischi professionali, Previdenza integrativa, Rifiuti Speciali, Rifiuti e rischio radiologico, consulente fiscale, consulente del lavoro, insegne pubblicitarie e chissà quante altre dimentico… e poi venire anche sbeffeggiato o addirittura insultato. La misura è quasi colma, sappiano tutti che l’Ordine dei Medici Veterinari a tutela della professione in primis e dei propri iscritti intraprenderà ogni azione utile a contrastare coloro che irrispettosamente ed incivilmente offendono l’opera di una classe professionale da sempre al servizio della società per la tutela della salute degli animali e dell’uomo. Il Presidente

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