Oggi al Circo, domani a chi tocca?

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Oggi al Circo, domani a chi tocca?

Si è aperta una diatriba all’interno della categoria sul fatto che la FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari) abbia diramato una presa di posizione relativamente alla presenza degli animali nei circhi. Sia per il fatto di per sé, sia per questioni di metodo, ci pare interessante rifletterci su.

La prima delle obiezioni che viene mossa alla Federazione è che quest’ultima non abbia fatto alcun sondaggio, alcuna inchiesta tra i propri iscritti, prendendo quindi una posizione arbitraria. Ciò è assolutamente vero, nessuno ha chiesto ai veterinari italiani di esprimere la loro opinione in merito, quindi la posizione è stata assunta in modo verticistico e calata sull’intera categoria da un gruppo ristretto di persone, che tra l’altro non li rappresenta direttamente, ma rappresenta piuttosto gli Ordini dei veterinari.

Se anche i veterinari, professionisti del rapporto uomo-animale, fossero stati in maggioranza favorevoli (e vista la massiccia levata di scudi interna alla categoria non sembrerebbe), il metodo sarebbe stato comunque indiscutibilmente sbagliato e le conclusioni quanto meno discutibili.

Il modo giusto sarebbe stato quello insegnatoci dall’esperienza ad esempio del Comitato Bioetico per la Veterinaria: non quello dell’espressione di un parere di UNA sola categoria, ma piuttosto, trattandosi di questioni etiche, di uno spazio di dialogo e di confronto tra tutte le parti sociali in qualche modo coinvolte nella questione, che permetta di arrivare ad una posizione condivisa.

Cercare di esprimere una posizione di una parte contro le altre è assolutamente sbagliato e controproducente, oltre che inutile.

Dobbiamo però a questo punto anche chiederci che cosa la FNOVI pensi ad esempio di altre situazioni che riguardano altri animali, ma sulle quali non ci risulta che sia mai stato espresso un parere, a meno che non si tratti di una scelta politica (vedi precedenti sull’allevamento dei conigli).

Quanti italiani hanno un cane, che portano diligentemente a fare i bisogni il mattino presto, per poi chiuderlo in casa, andare a lavorare e rientrare alle cinque? Il cane rimane solo per tutta la giornata, abbaiando quando sente avvicinarsi qualcuno, andando sul terrazzo, magari dormendo sul divano; rientrano alla sera, lo riportano a fare i suoi bisogni, poi di nuovo in casa. Magari ci giocano un po’ insieme, magari lo portano nuovamente giù in tarda serata, ma sostanzialmente la vita del cagnolino è questa. Senza considerare chi per tenere compagnia al cane prende anche un gatto e li costringe a convivere. Sarà così sensata una vita come questa per loro? Sarebbe la vita che tali animali, potendolo fare, avrebbero scelto per se stessi? Ha qualcosa di vagamente simile a quella che avrebbero fatto in natura?

Altri proprietari tengono un cavallo in un maneggio, lasciandolo sostanzialmente nel box tutta la giornata, al limite un piccolo recinto ogni tanto, ma comunque una vita in cui l’espressione di libertà è limitata se va bene al weekend, e probabilmente nemmeno questo.

Poi ci sono le decine di migliaia di cani che passano tutta la loro vita stipati in box di pochi metri quadrati, gli uni a “minacciare” il micro territorio dei vicini, senza mai ricevere una carezza, talvolta nemmeno cure e condizioni igieniche accettabili o l’occasione di uscire dalla loro prigione anche solo per fare una breve passeggiata. E’ il destino che accomuna tanti animali rinchiusi in canili pubblici e privati.

Non ci risulta che la FNOVI abbia mai espresso alcunché al riguardo, eppure se l’ha fatto sui circhi, e probabilmente i casi di cui abbiamo parlato sono casi più gravi dei circhi, dove comunque in qualche maniera l’animale ha un rapporto con l’uomo molto frequente. Gli animali quando si rapportano con un’altra specie modificano il proprio comportamento, ma non necessariamente si configura un maltrattamento. Ebbene la FNOVI non ha mai detto niente sul cane tenuto chiuso tutto il giorno, sui gatti tenuti in appartamento costantemente.

Perché? Semplicemente perché i veterinari lavorano e guadagnano su questi casi, oltre al fatto che sarebbe estremamente impopolare, tanto più con una FNOVI che ha decisamente abbracciato i movimenti animalisti in cerca di una legittimazione, magari una popolarità, ingenuamente ed erroneamente scambiati per forza politica (pie illusioni).

Oggi ad essere messi all’indice, sacrificati sull’altare del facile consenso, tocca ai pochi colleghi che si occupano di animali da circo, domani potrebbe essere il turno dei buiatri, dopodomani dei suicoli, e così via fino ad arrivare a chi si occupa di allevamenti di animali d’affezione o a chissà chi altri.

Questi sono i veri problema di tutta la questione: che la FNOVI sia stata, come purtroppo molte altre volte negli ultimi anni, in tutta la gestione che ormai conosciamo, autoritaria e aristocratica e al tempo stesso superficiale e in cerca di una legittimazione più che di un ragionamento, di un approfondimento.

Il che è molto grave, che se ne rendano conto o meno i veterinari italiani.

 

SIVeLP

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