I paladini del dog-lager. (Con i video di Canale 5)

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Esporre delle tesi comporta assunzione di responsabilità, specie quando queste tesi riguardano problematiche ormai sedimentate e irrisolte da anni.

Questo è accaduto alle trasmissioni di Pomeriggio 5, dove il SIVELP ha potuto esprimere in una prima puntata il concetto di responsabilità del detentore dell`animale, nella seconda l`importanza del microchip e della sterilizzazione dell`animale di proprietà; nella terza il concetto di sofferenza del cane condannato all`ergastolo nei canili lager, confrontato con le posizioni di una delle maggiori associazioni animaliste del mondo -PETA- diffusa in particolare nel Nord Europa e negli USA, riportate in calce.

Vorremmo un Paese normale, questo è il messaggio, in cui il randagismo sia un fenomeno residuale e limitato, ed una diffusa cultura del corretto approccio all`animale dia anche al veterinario il giusto valore sociale ed il doveroso riconoscimento della professionalità.

Ovviamente ci aspettiamo un dibattito, ci preoccuperebbe che non ci fosse. L`attuale situazione, con continue aggressioni e purtroppo, fin troppo tollerate vittime, richiama all`opinione pubblica una figura del cane ben poco amichevole e la sensazione che nessuno voglia fare tanto di più che proclami.

La legge ha dei punti critici e noi abbiamo cercato di evidenziarli e proporre soluzioni concrete e applicabili. Siamo disposti al confronto, pur temendo che si presentino i soliti slogan, da parte di coloro che forse non vivono tutti i giorni le problematiche dei proprietari degli animali, come invece fanno tanti veterinari del sivelp, ma sono anche assolutamente a digiuno delle più elementari basi scientifiche sulla gestione delle specie in libertà.

Forse qualcuno ci dirà anche che ci sono “prigioni d`oro”, cioè canili bellissimi, e noi proporremo valutazioni scientifiche della sofferenza e del maltrattamento, in modo da rendere in prospettiva misurabile ciò che oggi si basa troppo spesso su impressioni soggettive.

Per questo siamo medici veterinari.

Le posizioni di PETA

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