Denunce dei clienti e microchip

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Era aprile 2012 quando SIVeLP invitava la Categoria a prestare attenzione a testi di legge contenenti l’obbligo di denuncia (testualmente “segnalazione”, ma per noi le cose vanno chiamate con il loro nome)

dei clienti, nel caso presentassero a visita veterinaria cani privi di microchip.

 

Il testo dell’Accordo Stato-Regioni, purtroppo, ha puntualmente ripreso tale dubbio principio. Questa volta anche FNOVI scende in difesa del libero professionista: l’obbligo di denuncia fa venir meno il rapporto fiduciario. Lo leggiamo anche su 30giorni e ne prendiamo atto con evidente soddisfazione.

Il Sindacato dei Liberi professionisti ha sempre visto il rischio di difficoltà applicative quando entrano come il proverbiale “elefante in negozio di cristalleria” in aspetti del rapporto medico-cliente/paziente che non si possono gestire con imprudente leggerezza.

La fiducia è infatti una componente imprescindibile di tale rapporto e deriva da una costruzione accurata e progressiva. Demolire tale rapporto potrebbe persino portare la libera professione ad un rifiuto totale per l’adempimento anagrafico. Dunque, tutto bene? Niente affatto perché è opportuno che i Colleghi conoscano la realtà dei fatti.

Al tavolo ministeriale (forse basterebbe confrontare i verbali) le posizioni furono altre, tanto da non temere eccessiva distanza dal vero nell’ipotizzare che siano state proprio quelle posizioni (allora scongiurate) ad ispirare il testo dell’Accordo Stato-Regioni del 24/01/2013.

Se dunque vi è spazio per linee tanto diverse da poter essere considerate opposte (obbligare o non obbligare il veterinario libero professionista a denunciare il proprio cliente), viene da chiedersi se dietro ci sia o meno una concertazione nei contenuti. Ipotesi che peraltro il Sindacato non può escludere in esito all’ “audizione” con FNOVI inerente il veterinario aziendale, in cui si parlò anche del programma struttureveterinarie. Allora si trattò di un “audizione” formale -come fu definita- i cui contenuti, doverosamente resi noti ai Colleghi e recepiti da due rappresentanti della Segreteria Nazionale, furono aspramente contestati.

Inoltre, è evidente che le “sedi formali” hanno una loro valenza, in ragione della quale ogni interlocutore si aspetta contenuti coerenti.

La nostra esperienza al riguardo ci lascia qualche tema di preoccupazione. Più profonda ed ampia del caso singolo e particolare.

Lasciamo ai Colleghi ulteriori valutazioni.

Segreteria SIVeLP

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