DECRETO LEGGE CURA ITALIA E PROFESSIONISTI …… UNA CATEGORIA DIMENTICATA

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Il decreto-legge Cura Italia, D.L.18 del 17 marzo 2020 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n°70 del 17 marzo 2020 no include i Liberi Professionisti iscritti agli Albi tra i soggetti a cui sono destinate le misure economiche atte a sostenere le famiglie e le imprese.

A questi soggetti risultano preclusi sia l’accesso alla moratoria sui mutui bancari e leasing, sia il credito d’imposta sui canoni di locazione degli immobili adibiti alla propria attività.

Il decreto prevede, per i soli esercenti attività d’impresa, il riconoscimento di un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di locazione del mese di marzo 2020, degli immobili rientranti nella categoria catastale C/1. Tale credito d’imposta, potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione. Restano, tuttavia, esclusi anche i titolari di redditi da lavoro autonomo. Infatti, per quest’ultimi non sarà possibile ottenere il credito d’imposta nemmeno nell’ipotesi in cui l’attività professionale venga svolta in uno studio in locazione accatastato in categoria catastale C/1.

Il decreto Cura Italia, per le diverse categorie di soggetti prevede l’assegnazione di un’indennità pari a 600 euro per il mese di marzo 2020. 

Ma anche in questo caso, le disposizioni in oggetto non brillano per chiarezza espositiva. Tuttavia, si evince che da tale beneficio sono esclusi i liberi professionisti iscritti agli Ordini

Possono usufruire di questa indennità una tantum i seguenti soggetti: i professionisti non iscritti agli Ordini, i co.co.co. in gestione separata, gli artigiani, i commercianti, i coltivatori diretti e i mezzadri, gli stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, i lavoratori del settore dello spettacolo e i lavoratori agricoli. Per accedere all’indennità sarà necessario presentare apposita domanda all’INPS, ma attenzione: essendo stanziato un limite di spesa per ogni categoria, è presumibile che, nel caso in cui le domande superino gli importi previsti l’indennità venga ridotta in proporzione.

Una delle poche misure di sostegno dedicate agli iscritti agli Ordini professionali che hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività in conseguenza dell’emergenza epidemiologica in atto, è quella che prevede l’Art. 44 del D.L. 18 con l’Istituzione del “Fondo per il reddito di ultima istanza a favore dei lavoratori danneggiati dal virus COVID 19”. La  finalità di questo fondo sarà quella di garantire, a tali soggetti il riconoscimento di un’indennità per l’anno 2020. 

Il comma 2 prevede che, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, definisca i criteri da adottare, le priorità e le modalità per l’attribuzione di un’indennità prevista dal  fondo di ultima istanza e l’eventuale quota del limite di spesa da destinare, in via eccezionale, a fronte della situazione di emergenza epidemiologica per il sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di previdenza privati obbligatori.

Per il  SIVeLP è difficile comprendere le ragioni dell’esclusione della nostra categoria dalle misure di sostegno economico previste dal D.L. 18, perché non vi è alcun dubbio che anche i veterinari stiano subendo gravi conseguenze dalle stringenti misure imposte per evitare la diffusione del Covid-19. 

I veterinari assicurano con il loro lavoro, che i prodotti di origine animale destinati all’alimentazione siano disponibili, che il benessere animale sia rispettato, che gli animali d’affezione continuino a rappresentare un bene fondamentale per la nostra società e partecipano e contribuiscono con il loro reddito al Bilancio dello Stato. Viviamo tutti della nostra l’attività che ha subito una contrazione con forti ed immediate conseguenze in termini di perdite di fatturato e di liquidità e vedere che i liberi professionisti iscritti agli Ordini siano stati esclusi dalle misure di sostegno ha indignato il SIVeLP e tutta la categoria.

Il SIVeLP si sta già attivando per presentare  istanze ai Ministeri competenti al fine di rimediare e colmare la mancata inclusione della nostra categoria tra i Liberi Professionisti beneficiari delle misure di sostegno previste dal decreto-legge del 17 marzo 2020.

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