Casse previdenziali: preoccupa il calo dei redditi.

Home Editoriali Casse previdenziali: preoccupa il calo dei redditi.

Una platea che non si arrende alla crisi, ma che reagisce evolvendo e costruendo un nuovo modello di professione.
Questa la fotografia che spicca dal quarto rapporto AdEPP sulla previdenza privata, presentato stamattina.
Ad aprire i lavori l’intervento del senatore Massimo Cassano, Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali, che ha ribadito la volontà di aprire presto un tavolo tecnico al Ministero per ragionare insieme ai rappresentanti della previdenza privata di una nuova idea di futuro, per affrontare al meglio le sfide che si profilano all’orizzonte.
Il dato che maggiormente preoccupa è la curva dei redditi: un calo, solo negli ultimi 5 anni, del 15% in media, con punte del 30-35%.
Il Presidente Camporese ha rilevato che “Il sistema paese, così strutturato, rischia di creare una futura platea di poveri. Occorre porsi il problema oggi, il Governo deve occuparsi e preoccuparsi, con noi, della costruzione di una previdenza prospettica, legata anche al lavoro, al sostegno dei nostri iscritti anche durante la loro vita attiva”.
Ha concordato Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni: “Occorre oggi creare una serie di misure di sostegno al reddito dei professionisti. Confprofessioni lo ha fatto anche attraverso i consorzi Confidi cui, a oggi, solo una Cassa (ENPAV) ha aderito come socio sostenitore, sfruttando la possibilità di creare un fondo specifico a favore dei propri iscritti, ma altre 3 sono in procinto di iniziare il necessario iter.”
Camporese ha rilanciato sottolineando il peso crescente degli obblighi imposti dalla pubblica amministrazione alle Casse, come la riclassificazione del bilancio secondo criteri pubblicistici, che creano dei colli di bottiglia nelle procedure degli enti, con costi gestionali, oltre che economici.
Preoccupa l’allargamento crescente dei gap generazionali e di genere: “ C’è ancora una scarsa maturità sociale nell’accettare delle donne che svolgano certe tipologie di lavoro”.
I dati parlano della necessità di nuove modalità di “fare professione”. Roma, Presidente CENSIS: “Le professioni sono eccessivamente chiuse in se stesse, vi è necessità di confronto tra colleghi”
Gli ha fatto eco Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni: “ Diviene oggi di fondamentale importanza l’interazione fra categorie, compresa la costruzione di studi interprofessionali, con competenze trasversali.
La crisi rende oggi sempre più difficile reperire nuovi clienti, occorre agire dal lato dell’offerta, costruendo nuovi servizi. Bisogna saper stare sul mercato, costruendo efficienza anche con la riorganizzazione manageriale dello studio.
In Europa – ha continuato Stella – hanno capito che i professionisti rappresentano una ricchezza, in Italia, ancora, molti bandi chiedono, per parteciparvi, l’iscrizione alla camera di Commercio, escludendoci a priori”
A questo proposito, il Presidente Camporese ha annunciato l’intenzione del Sottosegretario Vicari, assente per motivi di salute, di aprire un tavolo tecnico sullo sviluppo delle professioni e la loro partecipazione ai bandi europei. “Finalmente i professionisti avranno un interlocutore istituzionale per affrontare e risolvere le questioni che, mentre in Europa sono da tempo superate, nel nostro paese ancora rappresentano degli ostacoli rilevanti.”
Ha concluso Camporese: “Lo scenario macro e microeconomico è già molto fosco e pesante. Non possiamo permetterci che sia il nostro paese a crearci delle condizioni di concorrenza sbilanciati a nostro sfavore nei confronti del resto d’Europa”.(Da ENPAV)

LEGGI ANCHE: Sole24ORE

Studio: A confronto redditi da partita iva e dipendenti

 

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato